Don Elio

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Don Elio Piccari nasce ad Auditore (PU) il 27 marzo del 1937. La mamma Palma e il babbo Piero vivono una vita semplice e oltre a Don Elio mettono al mondo altri due maschietti e 3 bimbe. La famiglia vive in una piena fiducia nel Signore, non mancano i momenti di preghiera assieme e di affidamento al Signore e alla Madonna. Elio, bambino sveglio e vivace, viene affascinato da questa esperienza di fede e verso gli undici anni entra in seminario. Lì incontra un giovane prete dal quale non si staccherà più e avrà così inizio una meravigliosa avventura. Il prete si chiamava Don Oreste Benzi. Di quanto la famiglia e la mamma abbiano avuto un ruolo fondamentale nel cammino di fede di Elio lo cogliamo da un racconto che spesso faceva durante le sue prediche. Era giovane studente in seminario quando il babbo e la mamma chiamarono i 5 fratelli per comunicare la morte prematura di una sorelle che abitava a Parigi. La mamma, dopo avere annunciato la triste notizia disse “Il Signore ha voluto così, va bene così. Tornate alle vostre occupazione e tu Elio torna in seminario”. Quel momento ha segnato tutta la sua vita vissuta in una fiducia granitica nel Signore in un abbandono filiale in Maria. Don Elio diventa prete il 9 luglio del 1961.

Mamma ok Babbo ok
 

La mamma Palma
Il babbo Piero
          

Altre figure fondamentali per la sua crescita sono stati il Cardinal Lercaro che al tempo era rettore del seminario e Mons. Bianchieri vescovo della diocesi di Rimini nel 1968 quando nacque la parrocchia della Resurrezione con una delle prime, se non la prima in Italia, comunità di preti : Don Elio, Don Sisto, Don Romano e Don Oreste. Erano anni particolari nei quali la Chiesa era stata profondamente trasformata dal Concilio Vaticano II mentre il mondo giovanile era scosso da un bisogno di cambiamento radicale che anch’esso avrebbe trasformato il mondo. 

Nei primi anni del posto concilio Don Elio racconta che assieme a Don Oreste e ad altri preti si incontravano per studiare i documenti conciliari, approfondendoli cercando di incarnarli nella loro vita con una attenzione forte al mondo giovanile. Far fare ai giovani un incontro simpatico con Cristo non era solo uno slogan per Don Oreste e Don Elio, ma motivo per spendere totalmente il loro essere sacerdoti. Nel 1968 oltre alla parrocchia, nasce anche la Comunità Papa Giovanni XXIII della quale Don Elio sarà il primo presidente. Anni in cui la vita parrocchiale e la vita comunitaria sono ricche di esperienze di vita. Quando la fede interpella la vita convoca il popolo e assieme si decide e si sceglie la strada da percorrere. Nasce in parrocchia l’esperienza dei responsabili di via per una vita di comunione più concreta, in comunità nascono i nuclei, piccoli gruppi di persone che cercavano di capire il disegno che Dio aveva già scritto per ciascuno. Anni di campeggi che restano impressi come un sigillo nei bimbi e negli adolescenti. Campeggi dove non mancavano mai persone con disabilità che Don Elio chiamava Handicappati anzi handecappati.  Li dove siamo noi anche loro altra regola d’oro che i due preti si erano dati. Parrocchia e comunità che crescono assieme e si aiutano nella comprensione di un a fede che si fa carne e che si incarna soprattutto nei piccoli e poveri in quelli che Papa Francesco oggi chiama gli scarti della società. Nasce l’asilo dove intere generazioni di bimbi sono state cresciute ed educate, dove non mancavano quasi mai bimbi con disabilità, bimbi speciali che arrivavano dalle case famiglia della comunità. Si costruisce la chiesa dove 53 uomini (sul numero non siamo sicuri) anche non credenti hanno dato il loro contributo e di questo i Don ne andavano fieri. L’attenzione al mondo del lavoro porta a celebrare la S.Messa feriale alle ore 20.30. L’attenzione agli uomini che si vergognavano a venire in Chiesa e a confessarsi ancora oggi la vediamo nella costruzione di un muro dopo la statua della Madonna dove erano stati posti i confessionali così da non poter essere visti. Qualche anno fa Don Elio mi disse che dopo lo scandalo della pedofilia nella Chiesa non andava più a confessare dietro il muro ma in Chiesa dove tutti potevano vedere. Nasce il circolo ANSPI per fare vita assieme dove ancora oggi uomini e donne, spesso mariti e mogli si ritrovano per giocare a carte, a bocce. 

Nasce la polisportiva dove tanti bambini venivano avviati al mondo dello sport con valori di lealtà e correttezza. I gruppi delle commedie che spesso venivano creati da Don Elio vero “manager” in queste cose, esperienze che hanno portato ad amicizie forti non dimenticando mai anche negli spettacoli i poveri e gli ultimi ai quali andava parte degli incassi. Dall’incontro con l’Africa nasce il centro nutrizionale prima chiamato "Mamma“Rosa” ora “Don Oreste Benzi” che ancora oggi sostiene e dà da mangiare ad oltre 100 bambini. L’esperienza dell’accoglienza attraverso l’affidamento familiare nato a fine anni 70 ha portato tanti bambi italiani e non ad essere accolti nelle nostre famiglia. L’accoglienza di bimbi con problemi di salute  e delle loro mamme nelle famiglie. Poi ancora l’esperienza bellissima di due coniugi che hanno abitato parte della casa dei preti, Giancarlo e Marisa due splendide persone disabili che Don Oreste e Don Elio sposarono contro il parere di tutti. Una esperienza che ha coinvolto un gruppo di giovani ragazze che ancora ricordano quella esperienza di vita nel mettere la spalla sotto la spalla di chi ha bisogno e nello stesso tempo sentirsi sostenuti. E’ nel dare che si riceve, questa frase si è fatta reale e visibile. I campeggi ad Alba di Canazei presso l’albergo Madonna delle Vette ancora oggi gestito dalla comunità Papa Giovanni.

L’attenzione alle persone in difficoltà, disabili, poveri, soli era particolarmente sentito da Don Elio e Don Oreste come da tutta la comunità parrocchiale. Nasce la festa dell’accoglienza una giornata per loro e con loro che si teneva nel mese di luglio. Case famiglia con i ragazzi accolti, le persone anziane e disabili che per un giorno uscivano dagli istituiti, nomadi e varia umanità si ritrovavano per la Messa, pranzo assieme e un momento di riflessione sul tema della diversità e del disagio.

LA preghiera, per don Elio compagna di vita. Nei campeggi non mancava mai la messa, la preghiera e l’adorazione notturna che si ripeteva anche in parrocchia nei tempi forti di Natale e Pasqua. Il bisogno di fermarsi per ricaricare le batterie così le “ferie” le passava dai Trappisti a Roma.

Il rosario che negli ultimi anni Don Elio recitava di continuo. Diceva che negli anni e diventando vecchi cambiano tante cose e in lui anche il modo di pregare si era trasformato. Una preghiera semplice ma continua. Ricordo le giornate passate con Don Elio quando lo si accompagnava da qualche parte. Ogni volta che si saliva in macchina era una affidarsi a Maria.  

La confessione, quante volte ce lo ha richiamato e quanti preti e frati ha chiamato per dare a tutti la possibilità di confessarsi.

Quanti momenti di preghiera ha portato avanti per la Comunità Papa Giovanni e di quanti è stato padre spirituale. In prete apparentemente semplici ma con una spiritualità fortissima con una visione di Chiesa, grazie anche a Don Oreste che oggi troviamo in Papa Francesco. Fare straordinariamente bene le cose ordinarie spesso ci ha ripetuto, la preghiera del mestolo o del grembiule, un Dio che si fa prossimo negli ammalati per i quali avena un sensibilità particolare. Don Renzo una volta scherzando ma non troppo diceva che Don Elio sapeva già chi stava male ancor prima del medico e del 118.Don Elio ha vissuto apparentemente all’ombra di Don Oreste ma chi l’ha conosciuto ha colto la sua grande fede, la capacità di accogliere, l’umanità e l’umiltà, la  misericordia che sono qualità che si costruiscono pian paino con tanta preghiera e voglia di convertirsi sul serio. 

Il primo diacono della diocesi di Rimini Bruno, l’istituzione dei ministri straordinari dell’eucarestia, lettori e accolti per essere sempre più presenti a chi chiedeva di incontrare il Signore.

Questo è qualcosa di te Don Elio ma sei stato tanto e tanto altro ancora.

Padre di tanti senza padri così qualcuno ti ha ricordato nel giorno della tua salita la cielo pastore con l’odore delle pecore per le quali hai speso tutta la tua cercando di portarle tutte al Signore.

Grazie per la tua vita spesa per noi per averci condotto a Gesù attraverso Maria, madre e fiducia nostra.

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     Ultima Messa celebrata in Chiesa 

S. Messa celebrata con Don Renzo 

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Grazie Valter per tutto il tempo della malattia condividendo giorno e notte.

 

L’ultimo saluto settembre 2019 festa della parrocchia

 

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